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170 | Donne illustri. — Caterina Bon-Brenzoni. |
Forse l’inopia delle umane posse
Acerba, qual non mai, t’appare — e tanto
Questo terren ingombro allor ti pesa,
Che mai più intenso non si vibra e ardente
Ai soggiorni immortali il tuo sospiro!
Oh gli affanni sublimi! Oh i dubbii santi!
Oh i tormenti del Genio! — Il volo ei spinge
Fino al concesso all’uom limite estremo,
Poi s’inabissa umiliato e vinto
Innanzi all’infinito ove s’appunta
Il suo desir! Oh fin ch’ei giunga al regno
«Che solo amore e luce ha per confine»
Il Genio parli! e agli uomini disveli
Del Ver la luce, e non invano ei porti
Il suggello di Dio sulla sua fronte! —
Spirto gentil, Dio ti guidò suir erta,
E la cima toccasti; oh ti rammenta
Che in questi giorni, più che in altri mai,
Accettevol sarà, più del più puro
Incenso, e qual degl’innocenti il prego,
Quella parola che ai fratelli in petto
L’eco del Vero ridestar s’attenti,
E susciti virtù spente e rinnovi
I cor nel dubbio estinti, e ne favelli
Di glorie non bugiarde, e ne ricordi
L’altezza nostra, che a vil fin non caggia....
Parla! nol sai? Le vie di Dio son molte! —
Il Manzoni non ebbe il carme da lei; nè forse lo lesse; come che sia non avrebbe rotto quel silenzio, che risuona della sua gloria.