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Maria Antonietta. 151


più depravati e scandalosi che disonorassero il trono di San Luigi. La malignità, che già la ottenebrava, si fece allora più fiera. Il partito anti-austriaco attizzò le gelosie nazionali contro la figlia di Maria Teresa; i malcontenti della parzialità ch’ella aveva pe’ suoi amici furon mantici all’ire. Tutto il male del regno s’imputava a lei, che si dicea volgere a suo modo l’innamorato consorte. Venne la rivoluzione. Era già impopolare; e tutte le mal tramate e mal condotte resistenze del re tornarono in capo a lei. Ella veramente si adoperava a salvare la corona al marito ed al figlio con maggior imprudenza che cattività, più imprudentemente che una natura perversa non avrebbe fatto. Le accuse fioccavano contro di lei nei più indegni e menzogneri canti e libelli. L’orgia delle Guardie del Corpo, a cui ella intervenne, diede una certa ragione a’ suoi implacabili nemici. Patì onte ed oltraggi nelle giornate del 5 e 6 ottobre, quando fu costretta a lasciar Versailles e a trasferirsi con Luigi Capeto a Parigi. Tentò poi la fuga di Varennes, nel 1791, e non riuscì; e tornando a Parigi con Barnave e Pétion a guardie, fu venerata dal primo e villanamente trattata dall’altro. Dopo il 10 agosto 1792 e la gran lotta al palazzo delle Tulleries, le fu tolta quella libertà che era già infestata dalle continue avanie della infuriata plebe. — Ella fu imprigionata al Temple nel 1793, poi, divelta da’ suoi figli, trasferita alla Conciergerie, sosta nella via del patibolo.

Ella mostrò intrepidezza nel processo che ebbe a sostenere in faccia a’ suoi scellerati giudici. Gli avvocati d’ufficio non ebbero facoltà di difenderla. Non si fece altro che leggere l’atto d’accusa e interrogarla e straziarla per due giorni.