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140 Donne illustri. — Madama de Girardin.


marito. A rileggere le lettere scritte sotto la dittatura di quel generale, alla luce degli ultimi incendi di Parigi, apparisce chiaramente quanta preveggenza avesse questa donna, e come ella vedesse ridursi tutte le lotte francesi in invidie ed agonie di ricchezza, in insurrezioni sanguinose e impossenti, in repressioni feroci, in fucilazioni e deportazioni, in rovine. Ella vide poi il rinnovamento del dispotismo di Napoleone III, e forse le dolse che il suo Emilio gli avesse fatto la via. Certo non le piacque il nuovo forzato silenzio, il nuovo eccessivo ma inelegante lusso, i vizi fomentati, le ire riardenti, gli apparecchi di nuove rovine coperti da riordinamenti fallaci. Felice tuttavia che non vide la caduta della gloria, della ricchezza e della pace della Francia nelle ultime guerre prussiana e civile, morendo nel 1855; e che ella continua coi suoi scritti a consolare e a dilettare qualche spirito che nella lettura ama astrarsi dalle sventure e onte della patria, ed a far fede del buon genio della Francia, che dovrà finalmente vincere:

Se anime son quaggiù del ben presaghe.