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Arcangela Paladini. 125


le pitture che si ammirano nella chiesa delle monache di Santa Lucia di Roma. Caterina Taraboti, veneziana, discepola d’Alessandro Varotari. S. Caterina Vigri, nata a Bologna nel 1413, ove fondò il monastero del Corpus Domini, e introdusse l’ordine di Santa Chiara, fu diligentissima miniatrice e pittrice; fece l’immagine di Gesù Cristo bambino che per divozione si mandava a baciare agli infermi, de’ quali molti diceano riconoscerne la salute; morì l’anno 1463, e fu santificata da papa Clemente XI il 22 maggio 1712. Ora saltiamo dalla lettera C al P, e notiamo Arcangela Paladini, pisana, le quale nacque il 1599. Dal padre Filippo, pittore, apprese l’arte. Nel 1616 sposò Giovanni Broomans, d’Anversa, e fu chiamata alla Corte medicea dall’arciduchessa Maddalena d’Austria, moglie di Cosimo II. Ella vi ottenne gran plauso per la sua maestria così nel disegno, come nel canto, ed altresì pel suo genio poetico. Nel 1621 per comando dell’arciduchessa pinse sè stessa. Questo ritratto meritò di esser posto e serbato gelosamente nella sala della Galleria di Firenze, dove il cardinale Leopoldo ebbe il felice pensiero di raccogliere le immagini che i celebri pittori lasciarono di sè. Valse soprattutto nel ricamo a colori, arte difficilissima. Quanto ai ricami, si osserva che in quest’arte la scuola milanese si segnalò sopra tutte le altre. Ricordammo la Cantoni, e ne ricorderemo delle altre. Il magistero del ricamare, non pur fiori e foglie, ma figure e storie, era durato in Italia, secondo dice il Lanzi, anche dopo i tempi romani. Ne è un preziosissimo avanzo la cosidetta casula dittica del museo di Classe in Ravenna, o a dir meglio alcune strisce di essa: broccato d’oro ove a ricamo son riportati i ritratti di Ze-