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mostrato1, egli lo era ancor più per questi piccoli lavori, a cui non dava alcuna importanza, e che gli servivano come una scusa di più per rovistare tra gli scaffali delle biblioteche.

Altri, e con altro stile, trattò diffusamente della vita e delle opere di lui, nè lo scrivente oserebbe cimentarsi nello stesso argomento, tanto si sente impari al difficile còmpito; quantunque persuaso che, dai particolari della sua vita intima, meglio trasparirebbero tutte quelle doti d’animo e di

  1. Nella Rivista contemporanea Camerini era solito firmare, ora Guido Cimili, ora Carlo Teoli. Firmò parimenti Guido Cimili la prefazione da lui scritta al Macchiavello, e Carlo Teoli quelle al Compendio di letteratura di Emiliani-Giudici, e agli Ammaestramenti degli antichi da lui curati. Nella Perseveranza firmava X, o K X, o Y X; nella Rivista settimanale, Giulio Antimaco; nel Politecnico K X; nel Crepuscolo X per le cose italiane, e variamente per le inglesi e tedesche; nella Rivista di libri antichi e nuovi, Cesare Bini. Collaborò nel Nazionale con Celestino Bianchi, nel Progresso con Cesare Correnti, nell’Unione con Bianchi-Giovini, nel Cimento con Zenocrate Cesari, ora senza firmare, ora cambiando sempre pseudonimo. Per oltre trent’anni Camerini seminò i suoi scritti nelle migliori e più reputate effemeridi italiane ed estere, senza mai rivelarsi al pubblico. Crediamo non andare errati nell’asserire che, all’infuori della Biblioteca Classica, dei Precursori del Goldoni e dei Profili letterari, tutte opere pubblicate ultimamente, un solo lavoro abbia portato, nei primi tempi, il suo nome, ed è quello sul Giusti inserito nella Rivista Contemporanea del 1860. Una volta, essendogli venuta l’idea di firmare E. C. nella Perseveranza, fu preso in fallo dal famigerato Perego per altro scrittore, che avea le stesse iniziali, e colmato d’ingiurie!