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92 Donne illustri.


qualità rare, o che erano riguardevoli per professione d’arme o di lettere. Quelli poi che erano di mediocre virtù, benché in altro favoriti dalla natura e dalla fortuna, erano poco graditi da essa.

Riveriva con termini di suprema umiltà, così in atti come in parole, i singolari in lettere, e sopra gli altri gli scrittori di poesia, e insieme i musici, i pittori e gli scultori. Avea vaghezza che le virtù sue fossero conosciute e gustate da persone pur singolari e non comuni: e però intendeva nell’apprenderle a quel segno di perfezione che meritasse lode da questi tali, e sopra tutti da’ poeti, aspettando da loro quella lode e gloria ne’ loro poemi che conveniva alle sue virtù. Teneva similmente fisso il pensiero ad esser tale che sulle cose, che ella prendeva per impresa, non le fosse alcuna donna superiore. Laonde, con virtuosa invidia sentiva le lodi altrui. E veramente, principal incentivo a’ suoi progressi nella, pittura fu l’aver veduto un ritratto di Sofonisba Anguissola, fatto di sua mano e presentato al re Filippo II e il sentire le lodi che si levavan di lei.

Si dilettava molto di far imprese negli abiti che ella portava e ne’ lavori e in altre cose che spesso donava. Per le quali con ingegnosa invenzione ad alcuno scopriva, ad alcuno nascondeva le sue intenzioni e i suoi pensieri o sotto forma di animali, che avessero da qualche loro natural qualità significato di seguire la virtù e di fuggire il vizio; o sotto la vaghezza d’alcun fiore, o sotto la vista di vari colori, o altra cosa trovata da lei, aiutando quello che non potevano esprimere interamente le cose sole con poche e brevi parolette, le quali trovava da sé o voleva che fosser composte da’ primi letterati della città.