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56 | ODI |
SOPRA AMORE
Allor che l’Orsa intorno
A le tacenti rote
Volgesi di Boote
Con pallido splendor;
E i corpi stanchi il sonno
Con dolce obblìo conforta,
Soletto alla mia porta
Sen viene e batte Amor.
Olà, chi batte? io grido,
Chi turba i sogni miei?
Aprimi, per gli Dei,
Apri, non paventar:
Sono un fanciul, che lasso
Erro a l’oscura pioggia,
Per cortesia m’alloggia
In sino all’albeggiar.
Pietà ne sento, il lame
Reco, la porta schiudo,
Coll’arco e l’ali ignudo
M’appare un fanciullin.
Fra le mie man le sue
Prendo, l’appresso al foco,
Gli rendo a poco a poco
Vigor, gli spremo il crin.
Ei, ristorato, appena,
Proviamo, a dir riprese,
Se l’acqua il nervo offese,
Proviam se l’arco val.