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Quando all’età viril giunto sarai,
Costui, che or fugge e salta via, repente
20Per sè medesmo ti verrà sul capo.
Idillio III
La gran Ciprigna mi si pose a lato,
Mentr’io dormía, colla vezzosa mano
Guidando Amore infante a capo chino;
E così mi parlò: Caro bifolco,
5Prenditi Amore ed a cantar gl’insegna.
Ciò detto sparve. Io quanti sapea carmi,
Folle! ad Amor quasi d’apprender vago
Iva insegnando, come Pan rinvenne
Il traversiero, come il flauto Palla,
10La testudin Mercurio e il dolce Apollo
La cetra. Io tai dottrine a lui mostrava.
Ei mente non porgeva ai detti miei.
Ma pres’egli a cantar note amorose,
E gli amori de’ Numi, e de’ mortali
15A me fe’ conti, e le materne imprese.
Obbliai tosto allor quanto ad Amore
Avea insegnato, e gli amorosi carmi,
Che Amore m’insegnò, tutti imparai.
Idillio IV
Non paventan le Muse il crudo Amore,
Anzi dietro seguendo a’ suoi vestigj
Aman di cuore. E s’alma d’amor schiva
Vuol seguace lor farsi, in fuga vanno,
5Nè voglion quella ammaestrar. Ma quando
Dolce armonizza un cor da Amor commosso,
Tutte affollansi ratte a lui d’intorno.
Ben sicura di ciò poss’io far fede.
Che s’altri fo subbietto a’ versi miei