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Con seco pianto, e non Penteo dal monte.
Io saper non mi curo, e nessun altro
Con ciò si curi inimicarsi Bacco,
S’ei di peggio patisse, ancor che appena
Il nono egli toccasse, o il decim’anno
Io vivrò santo per piacere ai santi.
Da Giove egidarmato onor riporta
Questo presagio: Tutto va propizio
A’ figliuoli de’ buoni, e non degli empi.
Viva il gran Bacco, cui l’augusto Giove
Recatol fuor di sua gran coscia espose
Sul Dracano nevoso; e viva ancora
Semele vaga, e le Cammee sorelle
Da cotante eroine celebrate,
Le quai sospinte dal furor di Bacco
Questa compiero irreprensibil’opra.
Nessun riprender osi opra divina.
IL COLLOQUIO AMOROSO
Idillio XXVII
Dafni e Fanciulla.
Altro bifolco Pari Elena saggia
Fe’ sua rapina; ma più saggio assai
È questa Elèna alle mie fiamme obbielto.
F. Satirel, non vantarti. Amor non curo
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D. Non t’invanir. L’età qual sogno passa.
F. Anche uva passa e rosa secca piace.
D. Vien sotto gli oleastri. Io vo’ parlarti.
F. No. Dianzi pur con ciance mi gabbasti.
D. Vien sotto gli olmi a udir la mia sampogna
F. Tienla per te. Non amo un suon, che attrista.