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Rodendo liscia ne’ suoi vasti gorghi.
Gran pelle di lion gli discendea
Dal collo su per gli omeri annodata
Fra le sue zampe. Il vincitor di giostre
Polluce il primo a ragionar sì prese.
polluce
Buon giorno, galantuom, chiunque sei.
Chi son gli abitator di questo luogo?
amico
Che buon giorno aver posso al veder gente
Non veduta mai più?
polluce
Fa cuor. Non siamo
Di mal affar, nė di malvagia stirpe.
amico
Fo cuor; nè mi convien da te impararlo.
polluce
Sei ben duro, salvatico e sprezzante.
amico
Son qual mi vedi. E non son già sul tuo.
polluce
Vienci pure, e di là ne tornerai
Con ospitali don.
amico
Tienti i tuoi doni.
Io per recarne a te nessun n’ho in pronto.
polluce
Stranio! neppur darestimi un po’ d’acqua
Da ber?
amico
Tel vedrai ben se mai la sete
Faratti rilassar le arsicce labbra.
polluce
Di’, se vuolci danaro, od altro prezzo.
amico
Uno contr’uno alza le mani, o fermo