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Dalla pioggia di Giove alimentate
Propagan. Nè già v’ha terren fecondo
Al par del basso Egitto; allorchè il Nilo
L’umide zolle a stritolar vien fuori.
Nè alcun tante ha Città piene d’industri
Artieri. A lui ne surgono trecento
Tentratre mila, e trentanove appresso;
E il prode Tolomeo su tutte regna.
Ei divide con altri la Fenicia,
L’Arabia, la Sorìa, la Libia, e i bruni
Etiopi; e tutti dal suo cenno pendono
Que’ di Panfilia, e i forti di Cilicia:
I Licj, i guerrier Carj, e in un le Cicladi,
Perocchè a’ cenni suoi perfette navi
Solcano il mare, e mari e terre e fiumi
Alto sonanti a Tolomeo son ligj.
Molti a lui cavalier, molti scudati
Brillano avvolti in fulgido metallo.
Ei supera in aver tutti i monarchi;
Tal dovizia ogni di’ vien d’ogni banda
Alla sua casa, e i popoli tranquilli
Stanno intenti al lavor. Nessun nemico
Vien pel Nilo fecondo di gran pesci
A destar guerra a piè nell’altrui ville.
Nè alcuno infesto agli Egiziani armenti
Armato di corazza esce sul lido
Da rapida feluca, or che fa veglia
Su le larghe pianure Eroe sì chiaro,
Il biondo Tolomeo perito in lancia,
Cui sovr’ogn’altro cal serbare intatto
(Come a buon Re conviene) il suo retaggio,
Poi nuovi acquisti fa. Nè inutil l’oro
Nelle sue ricohe stanze ognor riposa.
Qual tesor di formiche affaticate.
Ma n’han gran parte le magioni illustri
De’ Numi, a’ quali infra molt’altri doni