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Nel tempio la rapisti; e colà parte
Degli onor tuoi le festi. Ella or cortese
Inverso tutti amor soavi inspira,
E lievi rende all’amador le cure.
Giunta a Tideo tu, nericiglia Argiva,
N’avesti il Calidonio Diomede
Di stragi portator; da Peleo Teti
Colma il bel seno il saettante Achille;
E di te pure, o Tolomeo guerriero,
Per opra del guerriero Tolomeo
Fu illustre madre Berenice. E Coo
Te dal materno sen, tosto che all’alba
Aprìsti i rai, novello germe accolse,
Ed allevò. Poichè fra i duol del parto
D’Antigona la figlia ivi a Lucina
Scioglitrice del cinto alzò la voce.
La qual pietosa se le assise a lato,
E indolenza le infuse in tutti i membri;
Poi nacque il buon garzon simile al padre.
Coo rimirollo, e fra le braccia amiche
Lo prese alto gridando: A te, fanciullo,
Fortuna arrida; e quanto il biondo Apollo
Onorò Delo dall’azzurro cerchio,
Tu me altrettanto onora. E tu comparti
Di Triope al colle, ed ai vicini Dori
Onore e pregio uguale a quel, che appresta
All’amata Renea l’augusto Febo.
Tal l’Isola parlò: tre volte il fausto
Di Giove augel mandò dall’alto un suono
Infra le nubi: ecco di Giove un segno.
Il venerando Re di Giove è cura.
Grande è quell’uom, cui di Saturno il figlio
Ama al primo apparir. Dietro a lui corre
Molta ricchezza. A molta terra, e mare
Ei l’impero distende. Immensi campi,
E popoli infiniti a lui le biade