Pagina:Callimaco Anacreonte Saffo Teocrito Mosco Bione, Milano, Niccolò Bettoni, 1827.djvu/156

prassinoe
                                                            Siedi.
gorgo
O che intrepido spirto! A gran fatica
     Campata son fin qua fra la gran turba,
     E i molti cocchi. Da per tutto è gente
     Guernita di calzari, e di giornèa.
     La strada è impraticabile, e tu stai
     Troppo lontan di casa.
prassinoe
                                             In capo al mondo
     Lo scimunito di colui s’ha tolto
     Questa tana, e non casa, affinchè noi
     Vicine non ci fossimo, pur sempre,
     Invidiosa peste, a mio dispetto.
gorgo
Deh! non parlar così, Dione cara,
     Presente il bambolin di tuo marito.
     Ve’ ch’ei ti guarda.
prassinoe
                              Zopirin mio dolce,
     Non dubitar: non parlo del tuo babbo.
gorgo
Affè della gran Diva, il putto intende.
     È buono il babbo.
prassinoe
                         Or dianzi questo babbo
     (Diciamo dianzi, che vuol dir poi sempre)
     Andato per comprare alla bottega
     Nitro, e belletto, mi portò del sale;
     Vo’ dir quell’uom tredici braccia lungo.
gorgo
È tale appunto Dioclide mio,
     Sterminio del denaro. A sette dramme
     Jeri comprommi un lordo pel di cane