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di teocrito 127

menalca
Una bella sampogna a nove voci,
     Che insieme unìi con cera bianca stesa
     Sotto e sopra ugualmente. Io questa in gaggio
     Porrò, lasciendo star quel ch’è del padre.
dafni
Io pure ho una sampogna a nove voci,
     Sotto e sopra ugualmente unita insieme
     Con bianca cera, ch’io formai pur dianai;
     E questo dito ancor duolmi trafitto
     Dalla scheggiata canna. Or chi fra noi
     Il giudice sarà? chi darà mente?
menalca
Chiamar potremmo quel Caprar, cui latra
     Colà presso i capretti il can Falaro.
I garzoni il chiamaro, e il Caprar venne
     Ad ascoltargli e a giudicar del canto.
     Toccò la sorte di cantare il primo
     Al sonator Menalca, a cui risposta
     Dafni rendeva in boscherecci carmi.
     Or sì Menalca diè principio al canto.
menalca
Valli e ruscei, divina prole, ah! voi,
     Se mai temprò Menalca sull’avene
     Un amabil concento, a lui le agnelle
     Volontier pascolate; e se vien Dafni
     Con le vitelle, un favor pari ottenga.
dafni
Fonti, ed erbette, amato germe, ah! voi,
     Se pari agli usignuoi cantò mai Dafni,
     L’armento gl’ingrassate; e se Menalca
     Quinci mena la greggia, anch’ei s’allegri
     D’avere a suo piacer fecondi paschi.
menalca
In tutti luoghi è primavera, in tutti