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Rifiutato tale incarico, l’ex-triumviro venne eletto deputato al Parlamento Italiano dal collegio d’Acerenza in Basilicata.





Giovine ancora — è nato l'11 novembre del 1817 in Tertoralo, nella Lomellina, da Filippo e Marianna Cardara Antona — egli è uno dei membri i più anziani, e aggiungiamo pure, dei più distinti della Camera del nuovo Regno.

Studiò dapprima a Novara, quindi portatosi a Torino si laureò in legge nel 1841, dando bellissimi esami.

Applicatosi all’esercizio della professione d’avvocato con molto successo, contava continuare sì nobil carriera, quando le vivissime istanze dell’avvocato fiscale generale di Casale l’indussero ad entrare nella giudiziaria, da lui tuttavia abbandonata nel 1848 onde poter far parte della Camera elettiva. Nominato infatti alla prima legislatura dal collegio di Sartirana, gli venne quindi sempre confermato l’importante mandato nelle sette successive.

La sua operosità, la sua intelligenza e la facilità di parola non tardarono ad assegnargli un posto distinto nella Camera stessa, della quale fu eletto e sempre in seguito riconfermato a segretario.

Nel 1859, quando le mura della redenta Milano accolsero nel loro grembo a supremo reggitore il commendatore Vigliani, Gaspare Cavallini il seguì in qualità di segretario generale, prestando un servigio assiduo e gratuito fino al momento in cui, non potendo rispondere con una negativa alle preghiere del cavalier Farini, in allora dittatore dell’Emilia, e suo antico amico, accettò la carica d’intendente generale di Parma, con la condizione, tuttavia, che al riaprirsi del Parlamento ei sarebbe stato libero di ritirarsi da quell’ufficio onde esser in grado di occupare il proprio scanno nell’assemblea nazionale.