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ticare, e proibì al nostro protagonista di allontanarsi senza verun pretesto dal proprio paese, e ciò tanto più, in quantochè tutta la sua famiglia, non egli solo, era conosciuta per nutrir sentimenti patriotici e liberali, testimone il fratello avv. Giovanni Angelo, uno fra i più distinti deputati del 1848.

Non è dunque da maravigliare che la casa Positano fosse il luogo di riunione d’ogni buon patriota, e che non appena liberato dal giogo borbonico il regno di Napoli, l’avv. Rocco venisse ad unanimità di voti eletto deputato, al Parlamento italiano dal collegio di Capaccio nella provincia di Salerno.





Nato in Squillace, provincia di Calabria Ulteriore seconda, nel luglio 1810, da Francesco e da Maddalena Rodio, studiò in casa, quindi recossi a Napoli ove tolse laurea nel 1830 nelle matematiche e filosofiche discipline.

La sua vita politica incominciò di buonissima ora, giacchè fino dal 1853 veniva accusato d’aver partecipato alla cospirazione del monaco Angelo Peluso; era sottoposto ad un lungo processo dal quale usciva incolume per mancanza di prove.

Da quel momento visse privatamente, coltivando gli studî militari, e continuando però a far parte d’ogni comitato rivoluzionario che si istituiva nel regno di Napoli.

Difatto nel 1844, quando i sospetti della tirannia borbonica cominciarono a divenire più vigilanti, il nostro protagonista fu chiuso nella fortezza di Sant’Eremo, assieme al barone Poerio, Porrelli, ecc. Colà restò nove mesi. Ciò non lo impedì tuttavia d’adoprarsi nel 1847 per fomentare la rivoluzione, che si voleva far iscoppiare in Calabria; mancata questa, riuscì l’Assanti ad evadersi, si rifugiò dapprima in Francia, indi in Toscana, da dove ritornò in Napoli nel febbrajo 1848,