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dato dal colonnello Teneira, che si recava quanto il poteva rapidamente sulla laguna onde impadronirsi della metropoli, assistè alla reddizione di questa, la quale, a vero dire, non oppose seria resistenza, mentre l’inimico battè prontamente in ritirata dopo un lieve combattimento, lasciando in poter dei repubblicani tre piccole navi da guerra. Della principale tra queste, l’Itaparika, fu affidato il comando a Garibaldi, che ne prese possesso insieme ai superstiti del barcone.

Si fu in quella circostanza che il futuro difensore di Roma si acquistò una tenera, una devota compagna, la sua Anita, la cui prematura morte, sulle sponde dell’Eridano, nel 1849, sparse di tanto lutto i di lui giorni.

Alcuni dì dopo il generale in capo Canavarro metteva sotto gli ordini di Garibaldi due golette ed un brick, confidandogli la rude missione di attaccare i legni imperiali che incrociavano sulle coste brasiliane.

Questi però erano tanto superiori in numero e in armamento che ci voleva tutta l’audacia, la destrezza e l’abilità del nostro eroe, non solo per pervenire a far delle prese quasi sotto il loro tiro, ma anche a conservare tali prese e guidarle in sicuro una volta fatte.

Ci duole di non poter descrivere con dettagli varî scontri e il lungo combattimento sostenuto a Imbituba dalla squadriglia garibaldina, digià ridotta in male stato, contro navi da guerra imperiali di grossissima mole. Sbarcati due cannoni a terra, giacchè uno dei suoi bastimenti era stato fin dal bel principio della lotta inutilizzato dal fuoco nemico, Garibaldi sostenne l’urto avverso durante cinque ore, e finì coll’indurre gl’imperiali a ritirarsi, avendo subite gravissime perdite, tra le quali non ultima quella del loro ammiraglio ucciso da un colpo di fuoco.

Si fu pure durante sì fiera ed eroica battaglia che il nostro protagonista ebbe a sopportare una delle più vive e crudeli emozioni che nell’accidentata sua esistenza gli sia venuto fatto di subire. Mentre che la sua Anita sul ponte della goletta incoraggiava con la sciabola in pugno i marinai, una palla di cannone la