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– circonlocuzione che a te dovea almeno offendere la orecchie letterate perchè guasta la proporzione e l’economia del periodo, e a me offende ben altro, perchè mi mette in sospetto di non amare la libertà e la dignità d’Italia. È questa la buona fede d’amico e di fratello?

«Queste cose, o signori, vincendo la repugnanza mia a parlare di me, avevo dovere di scrivervi per provvedere all’onor mio, alla mia non mai contaminata fama di lealtà, di schiettezza e di amore all’Italia, scevro di qualsiasi municipale affetto. Queste, poichè fate professione di cercare e di dire il vero, avete dovere di stampare in aggiunta ai numeri 40 e 41 del vostro Archivio

Tale è il Cornero: uomo utilmente e disinteressatamente devoto alla patria, e che, per aggiungere qualche altra particolarità intorno alla ben riempita sua esistenza, fu uno dei fondatori di quella Società agraria nel seno della quale si maturarono e si risolvettero tutte le misure mediante le quali ebbero poco a poco svolgimento le franchigie costituzionali, che fu utile collaboratore del Valerio nelle Letture di famiglia, che nel 1846 fu uno dei promotori della domanda dell’istituzione della guardia nazionale, che fondò, insieme al Lanza e al Durando, il giornale l’Opinione, periodico che ha reso importanti servigi all’Italia.

I suoi concittadini l’hanno rimeritato di tanto zelo e di tanta abnegazione coll’inviarlo, fin dal 1857, ad occupare il posto lasciato vuoto in seno all’Assemblea nazionale dal compianto di lui padre, posto in cui, operoso e affezionato al paese, quale il sappiamo, ei non tralascia di rendersi utile colla sua assiduità alle sedute e negli uffici, e colla illuminata coscienziosità de’ suoi voti.