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stesso ne conviene, e lo ha del resto ampiamente dimostrato in seno al Parlamento nazionale, nelle due circostanze in cui ha preso la parola. Ciò nonostante, confessiamo apertamente che non sappiamo dolerci che un simile personaggio faccia parte della Camera dei deputati. Egli è senza fallo uno dei più eminenti individui del nostro paese al dì d’oggi, e se non è conosciuto come dovrebb’esserlo in Italia — colpa in gran parte della nostra stampa periodica che si occupa di tutt’altro fuorchè di dar notizie ed analisi delle opere scientifiche ch’escono in luce all’estero, sieno pur anche tali opere compilate da italiani — non è men vero ch’egli è bene al suo posto, sedendo sui banchi di quell’aula nella quale devono raccogliersi gli uomini ad ogni riguardo i più cospicui e autorevoli dell’intera penisola.





Nato in Lugo, nella provincia di Ravenna, si ebbe, ventenne, nell’università di Bologna la laurea dottorale della classe degl’ingegneri architetti, e contemporaneamente fu nominato ripetitore di fisica in quella stessa università.

Benchè in età così giovanile, pure con tanto ardore si applicò agli studî da lui prescelti, e sì felicemente si valse del proprio ingegno, che oltre alle lezioni, da lui con molta chiarezza esposte ai suoi discepoli, trovò tempo e modo per pubblicare varî opuscoli, fra cui sono da notarsi quello intitolato: Soluzione di alcuni problemi e teoremi sulle serie doppie; e l’altro: Osservazioni sopra alcune esperienze elettro-magnetiche del sig. cav. L. Nobili; il quale ultimo, pubblicato nel 1827, meritava che il celebre Ampère scrivesse una lettera, edita negli Annales de chimie et de physique, in cui grandemente commendava le considerazioni di meccanica e di calcolo superiore, e le nuove esperienze