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queste si dessero a promuovere presso le rispettive popolazioni ciò che gl’Inglesi con termine assai espressivo chiamano: l’agitazione.

L’Ateneo, annuendo alle generose sollecitazioni dell’Avesani, decretò prima di tutto si desse alla luce il di lui discorso perchè fosse inserito negli atti, e nominata poscia una commissione nel senso dal chiaro avvocato stabilito, ne ’l chiamò a presidente. Se non che il censore della stampa, sebbene in una sua lettera diretta all’Avesani gli prodigasse i più sperticali elogi, dichiarandosi inetto a giudicare tanto grave bisogna, fece sì che il permesso della pubblicazione mancasse e che questa quindi non potesse aver luogo.

Immediatamente, con quella costanza nei propositi ch’è la qualità essenziale di ogni uomo che sa e vuol rendersi utile alla società, il barone Francesco diresse un’istanza al governatore, nella quale trascrisse alcuni articoli della Patente austriaca del 1815 sulla stampa — articoli sufficientemente liberali, ma che, secondo il solito rimanevano ineseguiti — domandando arditamente se avessero a considerarsi come lettera morta.

Dietro quest’abile quanto energica insistenza, il permesso della stampa venne accordato; quando pero la commissione dell’accademia di Verona prese a trattare caldamente la materia, sopraggiunse un veto sovrano che lasciò tutto in tronco.

Ma laddove l’Avesani si mostrò proprio quel grande animo ch’egli è, si fu nella circostanza imponentissima in cui una collisione tremenda stava per aver luogo tra la popolazione fremente di Venezia e le truppe austriache, nel marzo del 1848. Tutti sanno che si deve alla fermezza veramente spartana, e pertanto oculata, del barone Francesco, se questi riuscì a far accettare ai due governatori stranieri una capitolazione che rimarrà celebre nell’istoria dei nostri nazionali rivolgimenti; ma pochi conoscono il processo verbale officiale della conferenza tenuta all’uopo dall’Avesani coi suddetti due governatori, processo sottoscritto dai membri della deputazione, e che non esiste nella collezione dei documenti prodotti dal Cattaneo, nè in alcun’altra delle istorie della rivoluzione del 1848.