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una riazione perchè i liberali si accolsero in massa, tennero posto e ricondussero col soverchiante voto l’Elena al Consiglio della città. La giustizia fu resa, ma chi gli aveva cominciata la guerra gliela ingrossò e tanto lo ebbe tribolato che, sebbene spiacendo ai colleghi, diede le sue dimissioni e si ritrasse da quegl’impegni. Ciò fu nel 1856. L’anno di poi fu portato alla Presidenza della Camera di Commercio, e fu sotto il suo officio che furono fatti i grandiosi lavori alla borsa, riprese le opere di ristauro e di adattamento al Portofranco, accresciute le scuole tecniche, provvedute di ampi locali, moltiplicità di macchine e di professori amplissimi: Boccardo genovese all’economia, i veneti Bucchia, Novella, Lassovich alla nautica e alle costruzioni navali, il Costa alla geometria applicata alla nautica, Carlevaris alla mercigrafia o arte di conoscer le merci che più specialmente si negoziano al portofranco. Secondarono lui sindaco al Municipio, secondaronlo alla Camera di Commercio, e nella opinione della città Caveri, Boselli, il prefato Viani, il canonico Costa, Morro, Da - Passano e lo scultore Cevasco, non tanto piacenti di illustrare la città con tanti provvedimenti di scuole molte e varie, quanto solleciti di non trascurare una intelligenza abile che lavorando con lui era cagione di onore a tutti. Era un vero apostolo dell’istruzione . Non sono io in tutte le sue idee, in molte anzi differisco; ma una sua capitale accetto: la libertà d’insegnamento sotto alcune norme generalissime e salvo il costume; così mi piace ch’ei voglia il libero esercizio della professione di medico, avvocato, ingegnere con poche cautele; esami rigorosi alle università per chi voglia diplomi, università poche ma dotte, ma onorevoli; istituti di perfezionamento. Non mi piace che i licei voglia cogl’istituti tecnici in facoltà dello Stato e i ginnasi e le scuole tecniche date alle provincie: vi si oppone l’economia dello studio e della elezione la gara degli uomini liberi e quelle altre ragioni che ho esposte nelle mie Lettere Sei al senatore Matteucci; ma la divergenza delle opinioni non scema la riverenza dell’amicizia .

Da che si volle ministrar l’istruzione come la poli-