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propri concittadini a membro del consiglio comunale di Milano; poco dopo il re Vittorio Emanuele lo nominò sindaco di quell’illustre città, elevandolo poco dopo alla dignità di commendatore nell’ordine cavalleresco sopra citato e con decreto del 13 novembre è stato creato senatore.

Le cure che nella sua qualità appunto di sindaco ebbe per l’armata Francese che soggiorno, come ognun ricorda, durante un anno intero in Milano, gli valsero in ricompensa la croce di ufficiale nell’ordine imperiale della Legion d’onore.

Secondato da distintissimi assessori egli si occupò intieramente della riorganizzazione dell’amministrazione comunale, dell’ammegliamento dei servigi pubblici e della condizione degli impiegati. Furono costrutti per dato e fatto suo nuove strade, macelli e mercati pubblici; l’istruzione fu pure di molto aumentata. Fece un imprestito di 16 milioni a 5 0/0 al pari; un altro di 10 milioni con premi a quattro franchi e novanta centesimi il cento per cinquantacinque anni compresovi l’ammortizzazione.

Suo scopo è stato quello di procurare alla città i mezzi di potere aprire grandi arterie nel suo centro, completare la grande via Vittorio Emanuele e la gran piazza del Duomo tanto desiderata e a quest’ora già cominciata. Ha pur presa l’iniziativa della formazione di una società di costruzione di case per gli operai e di bagni pubblici. Molti monumenti s’innalzeranno e grandi opere saranno fatte sotto i di lui auspici e per le cure che nella sua qualità di capo della civica magistratura vi applica.

Il pubblico favore con cui venne accolta fin dai primi giorni in cui la si conobbe la sua nomina a sindaco, è sempre andato aumentando tanto nella popolazione che nel consiglio comunale, che nella classe stessa degl’impiegati da esso lui dipendenti. Non vi ha esempio in fatti che una sola delle sue proposte sia rigettata dal consiglio comunale e gl’impiegati sono da esso trattati con una benevole autorità.

Il pubblico non può non essergli riconoscente di quanto egli ha fatto e fa ogni giorno negl’interessi