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dal 1789 sorta violentissima fra i diritti dei popoli, e l’arbitrio dei principi, venisse a cessare dietro la vittoria decisiva dell’uno o dell’altro partito.

Ed allora il conte di Castellana sperò, poichè comprese che gli oppressi dovevano risorgere, e che Napoleone III nell’interesse generale del progredimento umanitario, quanto nell’interesse medesimo della propria dinastia, e del suo regno, avrebbe messo le armi in mano agli Italiani, e se ne sarebbe fatti degli alleati possenti.

La guerra del 1859 dette prima ragione alle sue ipotesi; la pace di Villafranca non valse a sconfortarlo. Noi che conoscevamo, e avvicinavamo in quel tempo il conte di Castellana, lo udimmo portare su quell’incresciosissimo avvenimento, un giudizio cosi spassionato, e tanto sagace e profondo, quanto pochi di quegli uomini così detti di Stato, e che fanno mestiero di scrutare, e approfondire quei grandi segreti, che l’istoria stessa, non sempre un giorno rischiara, non avrebbero e non hanno per avventura recato. E siccome quel gravissimo avvenimento è anche oggidì un mistero per molti, così noi vogliamo riferire il giudizio del conte in queste pagine, sperando che ce ne sapranno grado i lettori.

Lasciando da parte - son queste o presso a poco, le parole stesse che il conte di Castellana dicevaci la situazione difficile nella quale si trovava l’imperatore dei Francesi per rispetto alla condotta equivoca dell’Inghilterra, la quale poteva da un giorno all’altro dichiarargliesi avversa, si sapeva come la vigilia della terribile e decisiva battaglia di Solferino, fosse arrivato al campo francese un inviato straordinario dell’Imperatore delle Russie, il quale avea per missione di annunciare a Napoleone II, come ormai fosse impossibile al suo sovrano, di mantenere il patto precedentemente stabilito con esso di impedire alla Prussia, per fas o per nefas di accorrere in aiuto dell’Austria. Perchè mai la Russia non poteva ella più mantenere quel patto, e continuare a contenere la Prussia? Questo non lo si sa, ne lo si saprà così per corto; ma fors’anco è da supporsi che la Russia, la quale vedeva con pia-