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eventi chiarisse l’assoluta impossibilità di tenere un potere temporale con quelle nuove condizioni che abbiamo detto .

«La convenzione non provvede a questo caso? Le cose dunque ricadono nell’ignoto. No, o signori, io sono uno di quelli che dico no, che non si deve fantasticare, pronosticare sull’eventualità del trattato, ma se volete permettetero di farlo, sappiate che in fine la conclusione è molto più semplice che non si crede. Il trattato pone l’esperimento del potere temporale e implicitamente pone l’evento che questo esperimento non riesca.

«Ebbene, allora il Governo italiano che ha assunto il luogo del Governo francese, promette al mondo cattolico di far tutto quello che è conveniente perchè l’autorità del papato spirituale, del pontificato, il libero esercizio delle sue facoltà siano perfettamente assicurate in quel modo e con quelle forme e con quelle nuove combinazioni che potranno accettarsi da una nazione eminentemente cattolica.

«Chi promette il più promette il meno se il Governo italiano riassumendo dalle mani del Governo francese questo grave e difficile incarico aveva promesso di sperimentare ancora se fosse possibile di circondare il papa di un potere temporale, questo doveva essere riguardato piuttosto come questione di mezzi che come questione di fine. Era dunque chiaro che quando questa questione di mezzi fosse esaurita che aveva promesso tanto, aveva promesso pure di fare tutto quello che si deve per salvare la dignità, l’autorità e il libero esercizio del papato spirituale.

«Ecco signori, ciò che sta, in ultima linea nella Convenzione del 15 settembre. Come vedete adunque la Convenzione del 15 settembre dice tanto quanto si doveva dire, poichè quello che essa non dice ci sta implicitamente di una maniera così evidente che alcuno non può dubitarne.

Signori, a questo punto mi arresto. Mi arresto perchè credo che il senso e lo scopo della Convenzione siano abbastanza chiariti; ma mi arresto specialmente perchè credo di aver dimostrato due cose per le quali