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a cacciare la maggior parte degli aborriti dominatori e sia in procinto di stringersi in un solo fascio che gli dia forza a resistere all’urto dei suoi nemici, quando questi si arrischino a tentare un ultimo conato onde ricondurla alla pristina servitù.

Di queste occasioni nella vita d’un popolo può presentarsene una, ed è egli permesso non riconoscerla e comprendere che in essa si può, anzi, si deve agire in modo affatto eccezionale, seguendo quel nobile e generoso istintinto che solo può guidar l’uomo ai grandi resultamenti, alle azioni" sublimi che l’istoria registra nelle eterne sue pagine, e che la più tarda posterità ammirerà riconoscente?

Lode adunque gratitudine al conte Amilcare Anguissola, e ai nobili suoi imitatori, mediante l’opera dei quali la marina italiana si accrebbe di un numero assai considerevole di ottimi legni da guerra, i quali nel caso contrario sarebbero divenuti un potente mezzo offensivo nelle mani del nemico della patria, o sarebbero stati venduti all’estero e quindi irremissibilmente perduti per noi.

Il Governo nazionale ha ricompensato come doveva il conte Anguissola che si diportò d’altronde con molto valore durante l’assedio di Gaeta, e lo ha elevato al grado insigne di contr’ammiraglio. La città di Napoli dal canto suo ha voluto mostrargli tutta la gratitudine che gli professava per l’insigne servizio reso alla nazione intera e il 5. collegio elettorale di essa lo ha scelto a proprio rappresentante al Parlamento.

La capacità poco ordinaria dell’Anguissola lo ha fatto incaricare di varie importanti incombenze per parte dei ministeri succedutisi al potere. La Camera dal canto suo lo ha eletto a membro di commissioni cui spettava l’esame di rilevanti progetti di legge riferentisi a cose di marina.

Non essendo o non credendosi oratore l’onorevole ammiraglio si è contentato di discutere in seno agli offici e lo ha fatto in modo da conciliarsi sempre più l’ammirazione e la stima di quanti l’hanno udito e apprezzato.