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que che io ne parli come ne parlerei se nulla fosse accaduto.

È stato detto da molti che questa clausola è la più nuova, la più insolita, la più straordinaria clausola diplomatica che si è mai vista inserita in un trattato.

«Io posso aggiungere che non è insolita, straordi naria ma unica, perchè è unico il caso in cui versiamo. Non accade che una volta al mondo, credo io, che un imperatore dei francesi posti i suoi eserciti alla difesa di un papa, il quale si trova possedere un territorio appunto in mezzo ad una grande nazione, la quale ha il proposito di unificarsi e che in questo movimento d’unificazione intoppa in faccia alle frontiere di quel territorio, sicchè ne faccia una questione nazionale, e proclami di dover andare a fissare la sua capitale precisamente in quel punto dove gli eserciti stranieri sono alla difesa del papa.

«Questo caso è certamente unico. Nessuna maraviglia dunque che si venga una prima volta una clausola come questa.

«Ma volete sapere voi che c’è di veramente insolito, di nuovo, di straordinario in questa clausola? C’è di nuovo, c’è d’insolito quel cotale tuono di benevolenza di cui io parlava poco prima, quel cotal sentimento d’intimità e d’intelligenza, per cui i due con traenti non hanno l’aria di negoziare qualche cosa di utilità speciale di ciascuno, ma di ricercare dei mezzi da servire ad un certo scopo, quasi anteriore agl’interessi dell’uno e dell’altro.

«È questa la novità del trattato . Infatti se si va ricercando quale interesse avrebbe dovuto avere il Governo imperiale di Francia a stipulare il trasporto della sede del Governo a Firenze, non solo non si trova questo interesse, ma io ho inteso da più parti in questo recinto ripetere che si troverebbe un inte resse contrario; si troverebbe che si pensava a quelle non so quali conquiste ed occupazioni di suolo avrebbe dovuto ’desiderare che la capitale gli fosse sotto le mani, non che se ne andasse a più centinaja di miglia di distanza. Se avesse pensato a non so quali antichi progetti di federazione avrebbe dovuto non