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«Quando fu sancito il plebiscito toscano allora Napoleone, appoggiandosial patto di Plombières, vedendo che lo Stato d’Italia era cresciuto più di quanto si fosse preveduto, domandò la Savoja e Nizza, anzi volle questa cessione e l’ottenne.

«La fortuna d’Italia la spinse nella Romagna, si passò la Cattolica, voi ricordate la spedizione dei mille, l’ingresso trionfale di Garibaldi in Napoli, vi ricordate il lungo assedio di Gaeta. Le varie parti d’Italia, ad eccezione della Venezia e del territorio ancora occupato dal pontefice, formarono un solo Stato.

«Questo stato di cose non era consentaneo alle idee del Governo francese; e qui giova ricordare un documento diplomatico stato opportunamente letto dal senatore Sclopis, in cui il ministro Thouvenel incaricava il barone di Talleyrand, ambasciatore francese a Torino, di fare osservare al re di Sardegna che un eccessivo così repentino ingrandimento del regno avrebbe potuto avere delle conseguenze gravissime, che il centro d’azione ne sarebbe necessariamente dislocato e che da ciò ne potevano sorgere per cotesto stato dei pericoli.

«Questo consiglia, che se era ispirato da benevolenza per l’Italia, era però ispirato anche dall’interesse francese, non fu da noi ascoltato.

«La Francia intanto continuò a mantenere il suo presidio anche rinforzato in Roma. Ritirò per poco tempo l’ambasciatore che aveva presso di noi, ed in Roma continuò Francesco II di Napoli le sue relazioni cogli insorti del suo paese.

«Ora lascio per un momento l’Italia per portarmi a fare una breve escursione in un’altra parte d’Europa, perchè, a mio credere, non è con gli avvenimenti d’Italia senza relazione.

«Sorsero, il Senato lo sa, i Polacchi a rivendicare la loro indipendenza, un’antica querela nei ducati germanici fu resuscitata. La Grecia aveva rovesciato il trono del suo re, e l’Inghilterra con istupore generale del mondo aveva rinunziato alla sovranità delle isole Jonie a favore della Grecia.

«In questo stato di cose’ l’imperatore Napoleone al