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«Ed in ciò, o signori, parmi che i nostri plenipotenziari non siansi dimostrati indegni successori del l’illustre marchese d’Agliè, che nel congresso di Verona già aveva rappresentata la necessità di limitare il dominio austriaco all’Adige; la qual cosa se sin d’allora si fosse effettuata, non sarebbero forse nate le complicazioni che straziano tuttavia la penisola, e sono e saranno d’inciampo allo stabilimento di una pace durevole in Europa.

«Fu dimostrato che l’equilibrio europeo, bene o male stabilito coi trattati di Parigi e di Vienna, negli anni 1814 e 1815, venne per parte dell’Austria gravemente pregiudicato in Italia.

«Altri fatti, o signori, d’allora in poi si realizzarono in Europa, che pur interessano l’Italia, e più particolarmente il nostro Piemonte; io mi limiterò ad accennare quello che più direttamente ci riguarda.

«La conquista dell’Algeria per parte della Francia, non v’ha chi non veda quanto abbia accresciuta la preponderanza di quella generosa nazione sul Mediterraneo, e quindi la sua politica influenza sul litorale italiano. Certamente che fu beneficio per l’Europa ci vile l’aver richiamato alla civiltà ed alle relazioni europee quella parte del territorio africano.

«Ma questo gran fatto ha pure le sue necessità, e l’Italia, che non poco vi è interessata, ha ragione di aspettarsi anche per ciò le sollecitudini dell’Europa, e di fidare in particolar modo sull’appoggio della Francia, la quale, se è illustre per gloriose imprese, è pure meritamente celebrata per generoso concetto di politica giustizia; e di questa sollecitudine, e di quest’appoggio noi abbiamo avuto la prova nelle dimostrazioni di simpatia che l’Italia già ottenne nelle conferenze ch’ebbero luogo in Parigi.

«Signori, la questione orientale venne definita col trattato di Parigi: a ciò propriamente furono ristrette le deliberazioni di quel congresso; ma lo spirito conciliatore e pacifico che vi ha dominato, e la sollecitudine con cui si vollero prevenire, per quanto fosse possibile, future complicazioni, ci debbe lasciar fiducia che l’opera pacificatrice non sarà terminata, e che si