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mermi non pensai a ripetere ciò che con poche righe prima aveva bene esplicitamente detto e ridetto, essi hanno forse potuto intendere che io parlassi della 14.ª legione, la quale tutti ben sanno dipendere dall’autorità militare locale, quale truppa presidiale; mentre invece la legione stessa dà tal volta picchetti e uomini staccati pel servizio di pubblica sicurezza a rinforzo della compagnia interna dei reali carabinieri, ed allora questi uomini e picchetti passano momentaneamente sotto la giurisdizione della autorità politica (pagina 4 della Relazione della Commissione).

«Ecco perchè gli squadroni della 14.ª legione furono per mio ordine ritirati, come ne scrivevo al ministro della guerra alle 8 1/2 del 22 settembre, comunicandogli, com’era preciso dover mio, la dislocazione delle truppe nel foglio che piacque agli onorevoli ex-ministri di riprodurre.

«Ecco spiegato perchè rimasero ad esclusiva diretta ed immediata disposizione della Questura, 40 allievi carabinieri che io non potei toglierle, se non quando ebbi l’autorità di farlo, cioè il mattino del 23. E mi pare che queste brevi spiegazioni sieno abbastanza chiare per distruggere tutte le argomentazioni fatte dagli onorevoli ex-ministri, nelle succitate pagine delle loro osservazioni, ed ovviamente fondate su di una interpretazione di parole.


IV.


«Infine, a constatare che la sera del 22, dopo la catastrofe di piazza San Carlo abbia avuto luogo fra me ed i ministri quella tal conferenza ove mi furono offerti gli estesi poteri e furono dessi da me accettati alle assolute condizioni, ricordate a pagina 20 della mia lettera al Senato, al biglietto del ministro dell’Interno a me diretto la sera del 22 alle 10 1/2, da me riportato nella suddetta mia lettera, si contrappone un biglietto da me scritto mezz’ora prima.

«E ciò che prova? Prova seinpre più quanto in me fosse fermo il convincimento dell’urgenza di adempiere ad una delle condizioni verbalmente da me imposte all’accettazione dei poteri estesi, che per solle-