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che sole valgono in simili frangenti a scongiurare il pericolo, aveva, dietro deliberazione prese in seno al consiglio dei ministri, deciso che quel comando su premo, appunto sarebbe alle mani del conte Enrico Della Rocca affidato.

Al momento in cui scriviamo non ha ancora avuto luogo in seno alla Camera dei deputati la discussione intorno al rapporto della commissione stessa, dimodochè noi non conosciamo per anco quali saranno gli schiarimenti che senza dubbio il cessato ministero darà intorno a ciò amplissimi, e confidiamo anche, convincenti; ma da quanto apparisce dall’esposto del rapporto della commissione la quale non può certo dirsi animata da troppo indulgenti sentimenti verso gli uomini del gabinetto precedente, apparisce chiaro che questo, dopo quella deliberazione che rimetteva al generale Della Rocca l’autorità suprema, e poneva agli ordini suoi la questura e il servizio politico, si stimasse in certa qual guisa esautorato, e credesse che alla salute pubblica vegliasse per tutti e su tutti il generale medesimo.

Certo, una tal misura per parte del ministero era delle più saggie, ed ammettiamo ampiamente ch’essa sarebbe stata più che atta ad evitare la catastrofe deplorabilissima che avvenne nella sera del 22 in piazza San Carlo. Ma per un equivoco tanto strano, quanto spiacevole e fatale,il generale Della Rocca, che aveva già assunto il comando di tutte le forze di truppa, compresivi i carabinieri, non credette per tanto che la direzione suprema per la conservazione dell’ordine spettasse a lui solo, sebbene — dice la commissione d’inchiesta – alcuni ordini trasmessi dal generale alla questura possano far supporre il contrario.

Ciò che vi ha di più deplorabile in tutto ciò, si è che il personaggio al quale spettava di trasmettere al generale Della Rocca le decisioni del ministero e l’incarico di soprasedere unicamente a tutte le autorità incaricate del mantenimento della pubblica quiete e sicurezza, quel personaggio, diciam noi, che era il ministro della guerra, generale Della Rovere, è sventuratamente mancato ai vivi, e la commissione d’in-