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inviò incontro al celebre dittatore. Più tardi, gli fu conferita la sopraintendenza del reale albergo dei poveri, ch’egli avrebbe accettata, senza, bene inteso, percepirne gli emolumenti, quando tuttavia gli si fosse concesso facoltà abbastanza larghe per fare importanti riforme. Ma questo non avendo ottenuto, egli credette dover rifiutare l’incarico. Nominato professore di storia in Milano, e di filosofia dell’istoria nell’istituto di perfezionamento in Firenze, avrebbe accettata quest’ultima cattedra, ove non avesse avuto ugual nomina per l’università della patria, Napoli, cui naturalmente dette la preferenza, sempre però, rinunziandone lo stipendio.

Si sa, come egli non accettasse la carica di consigliere di Stato, concessagli dal conte di Cavour, e la dignità di senatore, conferitagli dal ministero Rattazzi, fiero del mandato affidatogli dai suoi elettori di Napoli, che aveanlo eletto a rappresentare al Parlamento nazionale.

Il Ranieri è assiduo alle sedute della Camera o al lavoro degli uffici, avendo preso posto al centro sinistro.



senatore.


Il conte Gallina, torinese, esce dalla borghesia e deve la sua elevazione a sè medesimo. Esempi di queste fortune più o meno rapide, non mancano ai tempi nostri, sopratutto nelle classi dei legali e dei finanzieri. Ma il conte Gallina è sorto ed ha poggiato in alto in un’epoca in cui era tutt’altro che facile per un uomo della sua estrazione di estollersi a tal segno.

Ciò, come ben si può credere, non vale cha a formare l’elogio il più splendido dell’intelligenza e dello spirito di condotta di un individuo che, innalzando sè ha saputo rendersi utile in più di una guisa al proprio paese.

Noi non faremo l’istoria del come il conte Gallina, innalzandosi dalle basse sfere dell’amministrazione dello