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come accada che certi deputati, i quali non hanno nė punto nè poco le qualità negative dei veri frementi, vadano a mettersi loro accanto e piglino a votare quasi pecorilmente — ci si perdoni l’espressione — con essi.

Noi ammettiamo un’esposizione parlamentare che possieda un programma chiaro ed esplicito, che abbia un capo riconosciuto ed autorevole, che sappia ove vada e come ci vada. Ma, per dir vero, non possiamo troppo comprendere che uomini dotati di fior di senno e che possederebbero tutte le prerogative necessarie a divenire di una utilità pratica al paese, si mettano di gaitè de cœur nell’impossibilità assoluta di essere impiegati.

Ci si permetta di formar voti perchè, per esempio, un uomo come il Brunetti possa quanto prima fare quel passo che ci vuole per entrare nella cerchia dei possibili; egli non saprebbe perderci e l’Italia ci guadagnerà.



deputato.


Il cavaliere Grattoni gode a quest’ora, come ingegnere costruttore di ferrovie, una celebrità a buon dritto stabilita e universalmente riconosciuta.

Si conosce la parte importantissima da esso presa al traforo del Moncenisio, traforo che con una costanza ammirabile egli sostenne potersi effettuare, quando i più grandi uomini tecnici e sommi scienziati, nel numero dei quali basti citare l’immortale Humboldt, sostenevano impossibile a realizzarsi.

A lui si deve il perfezionamento dell’ingegnosissimo meccanismo mosso dall’aria compressa, mediante il quale si sta facendo quella magnifica opera.

A quest’ora l’ingegnere Grattoni ha assunta la rilevantissima impresa della direzione generale delle costruzioni di quelle ferrovie meridionali che stanno