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metropoli,ed egli si condusse con tanta equità e con tanta prudenza in quella circostanza, guadagnò cosi bene l’affezione e la stima de’ suoi amministrati, che al momento della sua partenza ricevette le più calde e universali testimonianze di rimpianto.

Elevato alla dignità di senatore il Vigliani si distinse tra i più dotti e i più laboriosi, tanto che può dirsi non siasi presentato al Senato un progetto di legge d’importanza ch ’ egli non abbia avuto ad esaminare in qualità di commissario o a sostenere anche in quella di relatore.

La parola del commendatore Vigliani è chiara, ornata, facile e persuasiva. Il suo modo di porgere è dei più eleganti; la sua aperta e leale fisonomia guadagna a sè gli animi, e la castigatezza delle sue espressioni, sempre riguardose, sempre gentili anche verso i suoi più ardenti avversari politici, non possono non cattivargli la simpatia e la stima di tutti.

Il marchese D’Afflitto di Montefalcone avendo creduto opportuno di dare la sua dimissione da prefetto, dopo la caduta del ministero Minghetti-Peruzzi, il commendatore Lanza ha proposto a sua maestà la nomina del Vigliani a prefetto di Napoli. Questa nomina è stata giudicata molto saggia da tutti coloro cui son note le esimie qualità che distinguono l’onorevole senatore, e sebbene il tempo solo possa confermare che coloro i quali hanno approvata la scelta del Vigliani si sono bene apposti, tuttavia il proclama veramente ammirabile da esso pubblicato in Napoli al momento di assumere l’esercizio delle proprie elevate funzioni, è già caparra che dà luogo a ripromettersi i più brillanti ed efficaci risultamenti.

Noi crediamo pregio dell’opera il riprodurre qui quel proclama, onde i nostri lettori possano formarsi un’idea adeguata dell’ingegno e della saviezza del personaggio che tentiamo dipinger loro:

Cittadini!

«Ammiratore antico del vostro delizioso paese che il cielo privilegiò dei suoi doni più splendidi, io giungo ora nuovo in mezzo a voi ad assumere, in nome del