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e gli amatori i più devoti di esso dovettero soggiacere a tutti i danni e i tormenti che il dispotismo degli stranieri sopra di loro ebbe scagliato, splendettero alfine i giorni tanto invocati della riscossa e della rigenerazione, il Benedetto Majorana fu uno di quelli, verso i quali gli sguardi dei propri concittadini, come si erano rivolti nella sventura così si volsero nella gioia e nella prosperità, onde collocarli a quei posti, i più splenlidi che esistono, nel libero ordinamento ottenuto alfine dalla patria.

Eletto deputato al Parlamento nazionale, sebbene immensa sia la distanza che corre, tra la calda terra dell’Etna, e la città di Cavour, ciò non ostante il Majorana accorreva in questa, vi rimaneva a lungo ad adempiere agli obblighi impostigli dalla sua alta missione, con costanza ed operosità.

Certo l’Italia, in cui da poco pur troppo esistono le franchigie costituzionali, l’Italia i cui figli erano or son pochi anni guidati a bacchetta da un regime cui essi non partecipavano in veruna guisa, l’Italia, diciam noi, non può ancora vantarsi di possedere un gran numero di legistatori capaci, di uomini di Stato profondi, di amministratori abili; ma gl’Italiani, chi nol sa, son tali che possono in breve lasso di tempo superare nonchè uguagliare in questo ancora le potenze straniere di cui in questo pure, come in tante altre bisogna, furono istruttori e maestri.

Che certo non è qui duopo ricordare le corti Medicee, i Guicciardini, i Macchiavelli, e gli ambasciatori illustri delle serenissime repubbliche di Venezia e di Genova, che primi istituirono, può dirsi, le scuole vere e durabili dell’alta politica internazionale.

Quando si rifletta, che l’Italia come nazione non esisteva più da lunghi secoli, e piuttosto non era mai esistita, quando si rifletta che eccetto qualche grande induvidualità, che è sempre sorta nella penisola a di spetto di tutti, quasi a provare ai più increduli che il genio italiano non erasi spento e che poteva gettare da un momento ad un altro i più vigorosi germogli, non si deve risentire la menoma maraviglia nel vedere che nel semenzaio dei nostri futuri uomini di Stato,