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Nel 1848 non potè sedere nel Parlamento napole tano per la mancanza di un solo voto, essendo allora venuto in ballottaggio con Petrucelli e Saliceti nel circondario di Muro -Lucano secondo quella legge elettorale. Catucci ebbe 511 voti, Saliceti 506 e Petru celli 512.

Durante la rivoluzione del 1848 Catucci dirigeva il giornale La Patria e veniva nominato giudice da Saliceti.

Nel 1850 per sospetti di liberalismo veniva arrestato dalla polizia di Ferdinando II, e dopo un duro imprigionamento di nove mesi era rilasciato per mancanza di prove.

Nel 1853 veniva di nuovo chiuso in carcere, ove rimaneva per altri due mesi. Nel 1856 poi, essendosi egli recato a Gaeta per motivi di sua professione, fu fatto arrestare in Molo di Gaeta per opera di quel l’ispettore di polizia Nunziata, cui delle spie molto bene informate, come lo si può giudicare, avevano fatto credere che il Catucci a Gaeta si recasse non per altro fine che per assassinare Ferdinando II. Fortuna volle che il Catucci avesse buone conoscenze che risposero di lui e dettero tutte le garanzie immaginabili, altrimenti chi sa quanto tempo ancora avrebbe dovuto languire in una carcere.

Nel 1857 nuova accusa contro il Catucci; lo si dice detentore di armi e di polvere da guerra e lo si arresta di nuovo, si traduce in commissariato di polizia, ove lo si sorveglia attentissimamente. Intanto si rovista, anzi si mette addirittura sossopra la di lui abitazione ma non si rinviene niente di quanto si cercava; tuttavia lo si sarebbe di nuovo chiuso in un carcere se una signora inglese non si fosse intromessa, e influente per relazioni che aveva con un generale svizzero, non fosse sorvenuta a farlo riporre in libertà.

Le persecuzioni della polizia borbonica erano così ingegnose che ove si volesse in queste pagine accennare soltanto alle sue manovre moltiplicate tanto quante variate ne avremmo di che riempire metà del nostro libro. Il Catucci non aveva un momento di tres-