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tessa Vittoria Massari, il cui nome in tutte le opere benefiche e patriotiche apparve ognora fra le iniziatrici.

Il 1831 richiamava Berti Pichat dall’occupazione dei campi, per coprire gradi nella guardia nazionale e cariche civili e politiche, cui rinunziò; egli preferì prendere le armi, ma le sventure d’Italia rinnovellandosi, ritornò a’ campestri negozi e alla vita della famiglia, degli studi e dell’agricoltura.

Nel 1841, deplorando l’universale inerzia, e desideroso di raccogliere in un pensiero tutti i cittadini, Berti Pichat si fece promotore e istitutore di una Conferenza Agraria alla quale offerse le proprie sale per radunarsi ed ove convenivano settimanalmente i principali proprietari scienziati e coltivatori, a discutere, dei bisogni dell’agricoltura e della patria. Eletto a segretario perpetuo, l’organizzò a guisa di ampia associazione provinciale, donde uscirono energiche rappresentanze al governo sulle ferrovie, sulle riforme, sulle necessità della cosa pubblica. Istituì in pari tempo un giornale, Il Felsineo, ch’egli sapea sagacemente dirigere ad opposizione contro il governo, pur trattando cose agricole.

Giunto il 1846, la vita politica sviluppavasi, e le riforme allargavano il campo ad altri, allora la Conferenza si divise in morale e agraria; alla Conferenza morale cedette il Berti Pichal il proseguimento del Felsineo, dandosi egli a pubblicare un nuovo giornale, l’Italiano, consacrandone a profitto degli esuli indigenti il prodotto, perchè la nuova èra volea volgere a benefizio d’Italia tutta.

Andò a Roma per rappresentarvi il voto pubblico, che non restringevasi a desiderare poche sterili riforme per lo Stato Romano, ma voleva la liberazione d’Italia dallo straniero. Insistè per l’armamento generale e perchè s’iniziasse la guerra contro l’Austria. Eletto a comandare il battaglione universitario, animò quella gioventù a forti sensi in questo intendimento.

Trascinato il governo costituzionale di Pio IX ad occuparsi della guerra. Berti Pichat parti pel Veneto a capo di un battaglione di volontari bolognesi di