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ghetti esser chiamato da questo all’importantissimo posto di segretario generale di quel dipartimento. Eletto deputato egli stesso, prese attiva parte ai lavori della Camera elettiva, ritirandosi dall’impiego confidatogli presso il gabinetto quando il Minghetti credette dover dare la sua dimissione da ministro.

Riassunto poscia ch’ebbe il Minghetti il portafogli delle finanze, il Borromeo fu richiamato all’ufficio di suo segretario generale; posto che si è dato un’altra volta premura di rinunciare non sì tosto caduto quel ministero dietro i malaugurati torbidi di Torino.




CELESTINO BIANCHI

deputato.


Nato a Firenze, è sempre stato studiosissimo quanto amatore sviscerato dell’indipendenza e della unità d’Italia.

Scrittore forbito, ebbe gran parte ai moti del 1848 e 1859 in Toscana, mediante i suoi scritti politici.

Nel 1859 fu chiamato al posto di segretario del governo provvisorio dapprima, poscia ebbe lo stesso incarico presso il barone Bettino Ricasoli, supremo reggitore del già granducato, e rese in quelle due occasioni notevolissimi servigî alla patria.

Più tardi fu eletto deputato al Parlamento nazionale, e quando, dopo la funesta morte del conte di Cavour, il barone Ricasoli ebbe l’alta incombenza di comporre un gabinetto, di cui fu presidente, il Bianchi fu segretario della presidenza del consiglio, dapprima, quindi uno dei tre direttori del ministero dell’interno.

Eletto per la seconda volta a deputato, ei prende attiva parte ai lavori della Camera, nel tempo stesso che è uno dei principali redattori della Gazzetta di Torino ed uno dei capi dell’amministrazione delle ferrovie meridionali.