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furono diligenti e profondi. Egli apprese dapprima scienze fisiche e matematiche, quindi le morali e sociali. Ma fin da giovinetto non credette dover sommettersi alle norme comumi, nè chieder diplomi o concorrere a conseguir lauree e gradi dottorali.

Più tardi, comprendendo che il vero complemento di una educazione perfetta è il viaggiare, egli percorse dapprima le patrie contrade, quindi si recò a visitare la Francia, l’Inghilterra e la Germania, studiando accuratamente gli usi, le istituzioni, e le lettere dei diversi popoli stranieri e rientrando in patria ricco di cognizioni e più maturo di senno.

Uno dei primi lavori che, tornato dal suo viaggio in Inghilterra, il Minghetti producesse, fu un discorso ch’ei lesse nel 1846 nel seno della società agraria di Bologna, discorso in cui parlava delle leggi frumentarie inglesi e degli effetti, che l’applicazione di tali leggi potrebbero produrre in Italia, e sopratutto negli scambi commerciali. Fin da quel tempo adunque, cosa invero degna d’esser notata, il Minghetti mostravasi partigiano deciso della libertà la più assoluta nelle contrattazioni commerciali e non attribuiva altra parte al governo fuorchè quella che consisteva nel vegliare alla sicurezza e lealtà di quelle stesse contrattazioni.

Il suo discorso concludeva proponendo una lega doganale tra i principi italiani, lega che almeno avrebbe fruttalo l’abolizione delle numerose gabelle che ad ogni piè sospinto inceppavano il commercio nella penisola.

Vari altri discorsi, tutti appunto su materie agrarie ed economiche, pubblicò quindi il Minghetti, e tutti questi discorsi furono apprezzati da chi gli udì e li lesse e fruttarono al loro autore fama di mente acuta e studiosa.

Ma ben presto le vicende politiche italiane dovevano porgere al Minghetti più vasto campo nel quale giostrarsi. Assunto nel 1846 al pontificato Pio IX, e mentre questo pontefice sembrava animato da sentimenti liberali e desioso di far progredire ogni sorta di nobile disciplina in Italia, il Minghetti, insieme al Montanari, ora senatore, e all’Audinot, pur oggi deputato,