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troppo, non ancora avezzo a dimenticare del tutto le vecchie consuetudini feudali, tien molto al fasto signorile ed all’apparenza del nome. Di più le tendenze della Sicilia ad esser padrona di sè stessa e ad avere una costituzione inglese, quella del 1812, portavano senza meno l’impronta aristocratica; va in conseguenza da sè che dovendo tener dietro alla vita del capo di questi principi, i quali in esso potevano ragionevolmente dirsi incarnati, si osservi in qual modo, per le tradizioni di famiglia e per le idee dei tempi, insieme alle virtù ed ai meriti che lo adornano, specialmente era egli condotto a rappresentare negli annali della patria quella parte abbastanza brillante che noi abbiamo assunto l’impegno di compendiare.

Ruggero Settimo appartiene pel padre ai principi d’Italia, discendenti dei De-Settimo di Pisa, il cui nome si trova più d’una volta nell’istoria della famosa città toscana, e la madre era figliuola del principe d’Aragona, rappresentante della famiglia Naselli, che ha pure estese possessioni e che contava più voti nella camera dei Pari. Questi ragguagli non han d’uopo di commenti, e dicon molto da sè stessi, avuto riguardo all’epoca d’allora. Nato ultragenito, dovette abbracciare una carriera ecclesiastica o militare: tra la cocolla o la spada, scelse la spada.

Entrò di buon’ora a servire nella marina e successivamente vi guadagnò tutti i gradi sino a quello di retro-ammiraglio, essendosi distinto in parecchie fazioni navali a cui prese parte durante il cataclisma sociale delle guerre della repubblica francese e del primo impero napoleonico. Spettacolo gigantesco! I popoli atterravano i tiranni e riacquistavano la propria vita civile nell’ebbrezza di feroce vendetta; un uomo sorge, afferra i due secoli e doma tiranni e popoli; il grido di guerra tuona dall’uno all’altro lato d’Europa, i re d’oggi non saranno più re domani, i confini e le barriere si scancellano sotto la pesta dei corrieri di battaglia, e il vecchio mondo appare irriconoscibile; a questa lotta suprema della civiltà contro la barbarie assistè Settimo, giovine ancora da uffiziale di marina, e gliene rimase nell’anima vivissima im-