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speranza perchè so che essa frutta il disinganno; eppure questa fata menzognera, mi ha sedotto anco una volta; eppure malgrado tutta la mia triste esperienza, ho sperato una follia! Sperai che un fiore non dovesse mai avvizzire, ed a quel fiore ho legati i miei affetti. — Che mi rimarrà infine?.... Nulla, un fuscellino d’erba appassita!....

Laura questa volta aveva compreso; le parole del giovane suonarono amaramente nel di lei cuore.

— Feci male, mormorò Ermanno, feci male venendo qui questa sera, doveva aspettare domani, o dopo....

— Ma bravo! sclamò Laura con accento di rimprovero, il male l’avrebbe fatto non venendo, perchè ieri sera l’abbiamo desiderato vivamente, perchè con lei si passa un’ora senz’accorgersene; perchè infine se ella non venisse, arrecherebbe gran dispiacere allo zio, ai cugini...... ed a me!

La giovinetta pronunziò queste parole con tale accento di dolore, che Ermanno ne ebbe rimorso, in quella voce egli ritrovò l’espressione di una pena viva e profonda. Ne ebbe tanto rimorso che prendendo la mano di lei le disse:

— Mi perdoni madamigella. — Io stesso non so bene quello che mi dico.... Creda pure che mi sarebbe stato impossibile resistere più oltre, giacchè se dipendeva solamente dalla mia volontà, a quest’ora non sarei qui; ma da due giorni comanda in me un’altra potenza tanto forte, che mi abbandono rassegnato al mio destino. — Sia che vuolsi, se è vero che sarò poi infelice, è pur vero che ora sono felicissimo!

Laura strinse nelle sue la mano di lui, ed egli proseguì con voce sommessa fissandola negli occhi:

— Ma perchè ora piange.... perchè quelle lacrime?

— Perchè sono felice, rispose Laura sorridendo cogli occhi lagrimosi. La dolcezza delle parole di Er-