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Attente figliuole, attente a questa sublime musica, è di Talberg....

Ermanno risalì al principio del Notturno che riuscì d’un magico effetto. Letizia batteva le mani, e Laura invasa dal senso malinconico che la dominava, mormora al giovane:

— Quanto è caro...questo notturno.

Batteva la mezza dopo le dieci quando Ermanno si levò dal pianoforte per andarsene.

— Così presto? chiesero le fanciulle.

— Me ne duole signorine, ma mia madre non istà troppo bene, e non è prudenza lasciarla sola per tanto tempo.

— Allora vada pure signor Ermanno, sarebbe dal canto nostro esigere un po’ troppo.

— Letizia dice bene sclamò Laura prendendo la mano ad Ermanno, e trattenendolo aggiunse. A rivederci quando?

Ermanno si mostra imbarazzato.

— Domani perbacco, disse Alfredo, non è vero?

— Purchè mia madre stia bene....

— Oh sempre inteso, anzi ascolta, ho un progetto per domani; suonare tutta la sera è troppa fatica con questo caldo; andremo a fare un giro in carrozza, vi pare madamigelle?

— Va benissimo.

— A domani dunque.

— A domani. — Ermanno uscì salutato per l’ultima volta da Laura che gli aveva mormorato: L’aspetto!