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— Improvvisato, improvvisato! non è vero? chiese Alfredo premuroso.
Ermanno rispose affermando col capo.
Laura e Letizia si erano frattanto avvicinate al piano.
Noi non sapremmo dire come e perchè, ma è certo che il volto di Laura si era acceso d’un colore insolito, e se un mano indiscreta si fosse posata sul di lei cuore, ne avrebbe sentito i moti più agitati.
È possibile che ella abbia potuto penetrare nel sentimento di quel Capriccio suonato da Ermanno?.....
..... Forse sì; havvi una corda nel nostro cuore che se viene scossa rivela confusamente il perchè del suo eccitamento; d’altronde lo sguardo di Ermanno esprimeva qualche cosa in quell’istante; era un’espressione quasi impercettibile che però fece palpitare la giovinetta, la quale per istinto ne aveva forse compreso il significato prima ancora che Ermanno potesse spiegarselo — quel pensiero melodico non poteva essere inspirato che dall’esame fatto sul volto della fanciulla, e l’emanazione di quel concetto fu tanto rapida ed improvvisa che la stessa mente che lo aveva concepito, non potè prima tradurne il senso all’intelligenza.
Ermanno aveva creata una melodia senza accorgersene sotto l’impressione della bellezza. Laura aveva indovinato col cuore.
Quel Capriccio voluttuoso, carezzevole, quei tocchi graziosi delle note spiranti la mollezza, suonarono come soave linguaggio nel cuore della fanciulla, che senza comprenderne il vero significato, pure dall’accento, dalle vibrazioni, aveva scoperto in quel concetto un saluto d’ammirazione.
Ermanno dal canto suo aveva rimarcato il leggiero rossore di quelle guancie; incontrando una seconda volta lo sguardo di Laura, vi trovò l’espressione di un turbamento interno.