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«Ti scriverò da Bologna ove ci fermeremo qualche giorno. — Per ora addio, amami sempre come ti ama la tua

Laura».


Questa lettera d’un laconismo straniante, parla molto per sè stessa sulla fermezza di proposito della giovinetta, la quale abbenchè memore della promessa fatta ad Ermanno, non seppe resistere al desiderio di fare quel viaggio. Il pretesto che la madre ve l’avesse quasi forzata era troppo meschino, e tradiva il di lei imbarazzo nel trovare una giustificazione ammissibile alla sua inconseguenza.

Il dolore di Ermanno nello scorrere quella lettera, fu grande, giacchè egli era ben lungi dall’attendersi un simil colpo. Troppo persuaso dell’amore di Laura, e sorpreso del di lei silenzio, aveva cercato in cuor suo una scusa qualunque per distruggere i cattivi presentimenti che gli sorgevano nell’anima; egli supponeva pietosamente che un qualche avvenimento, una malattia forse, facesse ostacolo a’ suoi desiderii; ma quando dopo un silenzio di tanti giorni gli giunse quella lettera, dovette pur troppo lasciare libero passaggio ai funesti pensieri che lo incalzavano.

Qui ci tocca il doloroso compito di ricaricare sull’anima dello sfortunato giovane il peso delle amarezze. — Ci duole doverlo dire, ma da questo punto noi dobbiamo seguire Ermanno nella via del disinganno più crudele — Egli non aveva puranco perduta ogni speranza, Laura prometteva di scrivergli da Bologna, e forse si sarebbe giustificata; ma attese invano.

Passarono più giorni, e niuna novella. L’innamo-