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XVII

Ermanno rispose subito alla bella lettera di Laura, nè qui è caso di trascrivere quel che ne disse, giacchè quella lettera, altro non conteneva che le solite assicurazioni d’amore, le solite frasi di tenerezza. Solamente egli ringraziava la giovinetta per la prova d’affetto che gli dava non partecipando al viaggio della cugina, onde non interrompere la dolce corrispondenza, e le raccomandava di non lasciarlo a lungo, senza sue novelle. — Ma sia dimenticanza, o che altro, Laura non rispose a quella lettera.

Passarono così più giorni senza che Ermanno potesse darsi ragione di quel silenzio tanto insolito; scrisse un’altra volta, ma collo steso frutto, ed è facile immaginare quanta agitazione ed incertezza tormentassero l’animo suo.

Finalmente, dopo venti giorni, ricevette il seguente biglietto:

Caro Ermanno,

«Due righe in fretta per dirti, che questa sera parto colla cugina Letizia alla volta di Firenze. — La mamma vuole ad ogni costo che io mi divaghi alquanto, e debbo compiacerla.