Pagina:Cagna - Un bel sogno, Barbini, Milano, 1871.djvu/185


— 179 —

sa; chi potrebbe giurare che sia reale tutto ciò che si vede e sente?

«Quando rinvenni dalla mia contemplazione, mi accorsi che l’aria era troppo umida, e mi affrettai verso casa, non prima però di aver affidato un saluto per te, alla brezza che mi sfiorava il viso. — Erano le otto.... Che facevi tu a quell’ora? Termino questa lettera, altrimenti chissà dove mi fermerei. — Ho molto lavoro da compiere, e sarò costretto a vegliare per alcune notti.

«Addio mia bella, mia buona Laura. Scrivimi, scrivimi presto e sopratutto non dimenticarti mai del tuo povero amico. — Nelle delizie del tuo soggiorno fra il bacio delle molli aurette, ed il sorriso di un cielo sempre sereno, ricordati sempre di me.

«Nelle tue gioie, nei tuoi divertimenti, abbi ognora un pensiero per il tuo

Ermanno».


Laura ad Ermanno.

7 Ottobre.

«Hai tu pensato mai, mio buon amico ai primi giorni del nostro amore? non ti ricorrono talvolta alla mente i nostri primi colloquii? — Ieri mentre stava leggendo la tua lettera, si ridestarono d’un tratto nell’animo mio le memorie del passato, e provai una vera gioia richiamandomi tutti i particolari del nostro primo incontro a Brescia in casa della cugina Letizia. — Quante dolci rimembranze, quante care memorie! Cercai tosto la tua prima lettera, la lessi attentamente, e da quell’esame del passato mi accorsi di quanto il nostro amore siasi ingrandito. — Pro-