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XVI
Ermanno si arrese alle preghiere di Laura e dell’amico; sua madre stessa lo consigliò a divagarsi alquanto per rompere le fatiche di una soverchia occupazione. — La buona donna tremava per i giorni del figlio minacciato dal ritorno del morbo che lo aveva assalito alcuni anni prima.
Il lungo studio e l’eccessiva applicazione avevano più contribuito a conservare che a distruggere le traccie della malattia, e diffatti fin dalla sua prima guarigione, Ermanno non aveva più ritrovata quella salute che è una specialità della gioventù; un qualche rimasuglio del male vi era sempre; e ciò spiega il perchè del suo costante pallore e dell’irritabilità di carattere tanto facile allo scoraggiamento.
Ricevuta appena la lettera di Paolo Ermanno partì, e giunse nella stessa sera alla villa Ramati. — Passò colà diciassette giorni, i quali furono certo i più belli che mai egli avesse trascorsi; e la lettera che ei ne scrisse a Laura al ritorno, riflette ancora un raggio di quella felicità che forse si gusta una sola volta in vita. — Noi la trascriviamo tutta intera, perchè essa rivela il punto più elevato di quell’affetto nobile e grande.