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ne manderò copia. — Sentii con vera soddisfazione l’incarico che avesti per un lavoro di tutto impegno; spero che nelle ore di tue occupazioni tu potrai ritornar padrone assoluto della tua mente. L’arte è una grande egoista, e confido che essa potrà, se non guarire, almeno modificare la tua infiammazione di sentimentalismo.

«Te ne faccio augurio di tutto cuore.

Paolo


Laura ad Ermanno.

«Amico mio. — Mio caro Ermanno! e non sarà mai che io veda distolta dall’anima tua quella tristezza crudele che avvizzisce le gioie del nostro amore? Il cielo sì prodigo a me di conforti, ti è tanto avaro da non concederti mai un’istante di calma.... non è dunque vero che un’affetto profondo abbellisce l’esistenza anche allora che si è lungi da chi si ama, se tu soffri cotanto lontano da me?.... La tua lettera fu uno strazio per il mio cuore, e su quelle pagine improntate d’amarezza, ho versate molte lagrime. — Oh! quante volte l’ho letta e riletta; fermandomi sopra ogni frase, studiandone ogni accento, cercava di trasfondere nell’anima mia un riflesso delle tue pene; con ciò mi pareva di alleviare il tuo travaglio.

«Perchè mai, mio buon Ermanno, non puoi tu essere felice quanto io la sono. La certezza, del tuo amore paralizza in me ogni altro pensiero, e non vivo, non respiro che della tua memoria. Guardo ed accarezzo con estrema compiacenza tutto ciò che hai tocco colle tue mani, nella mia stanza serbo gelosamente il tuo bastoncino di giunco che nascosi a tua insaputa; tutto mi parla di te, e sembrami talora di vederti là sulla poltrona ove eri solito a sedere mentre