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chè da muoverti invidia; accade di noi che ci crucciamo poco dei nostri affari come degli infermieri i quali a motivo della loro salute sono costretti al penoso incarico di vigilare sugli ammalati.

«Conti tu per nulla il servizio di moccolino che vado facendo da qualche giorno a questa parte? Se tu mi vedessi in certe occasioni non sono più riconoscibile. — Laura sempre desolata per la tua partenza mi mette a parte di tutte le sue pene, mi confida tutti i suoi dolori, ed io la consolo per quanto posso offrendomi per avallo e garanzia sul conto tuo. — Il da fare che ebbi nei giorni passati mi merita un diploma di Confratello della benemerita Compagnia di Misericordia, e per quanto tu faccia, non potrai restituirmi tutta quella riconoscenza che ho diritto di pretendere per servigi prestati.

«Oltre a ciò aggiungi le piaghe tue che io debbo medicare con cataplasmi e cerotti, e Dio sa con qual frutto! rispondere alle tue lettere che mettono i brividi al solo leggerle, e curare certe malattie di cuore, che non entrano per nulla nel mio comprendonio. — Dà retta a me, e sii più assennato nel giudicar le cose; tutti, qual più, qual meno abbiamo i nostri piccoli fastidii, e bisogna saper tollerare alquanto.

«Io spero che attorno a questa buona lavata di testa, non avrò sciupato ranno e sapone, e che saprai compatire se la mia amicizia, trasmoda forse in rigore; ma voi altri poeti siete come i cavalli capricciosi; più si rallenta loro il morso, e più essi si danno a precipitosa corsa, mentre basterebbe una buona stretta ai fianchi per calmarli. — Se io ti lasciassi sempre dire a tuo modo, proseguendo in questa via esaltata, finiresti poi per crederti davvero un gran martire, ed allora daresti nelle smanie prorompendo in parolone contro la vita, le sue lusinghe, ed i suoi disinganni;