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grato; ormai sono avvezzo alle sofferenze, ed è per me gran ventura il soffio appena d’una speranza.... Ora poi so che tu mi ami, non è vero Laura?
— Oh! tanto....
— Ebbene, non è forse questa una gran cosa? Tu non puoi comprendere ciò che è per me l’amor tuo, tu non sai forse di quanto io ti vado debitore; ma è bene che tu ne abbia idea.... Giovinetto ancora perdei il mio povero padre, e da quel momento mi parve negato il sorriso della vita. Non ti dirò le pene e gli affanni di quella santa donna che è mia madre; i sacrifizi che essa fece per me, non possono venir ricompensati che in cielo.
Ho studiato ardentemente l’arte, compresi che per essa io doveva procacciare una tranquilla vecchiaia a mia madre; studiai, e mercè la ferma volontà, pervenni a migliorare la nostra condizione.... Ma ohimè! alla mia età non si vive di solo pane, io aveva delle secrete aspirazioni che mal ardiva confessare a me stesso; l’arte per svilupparsi abbisogna di qualche cosa più del matematico esercizio; l’arte deve scaturire dal cuore. Passo sulle soavi e nuove emozioni che mi cagionò la prima tua comparsa, e solo ti dirò che per quanto possa accadere in avvenire, io non avrò altro che a ringraziarti e benedirti per il bene arrecatomi dall’amor tuo.
Poichè la lotta è impossibile per me che ti amo tanto, lascio alle vicende della sorte lo svolgersi del nostro amore; ma non sono già acciecato al punto da non comprendere quale sia l’avvenire che mi è riserbato, e lascia che io ritorni sulla dolorosa via di quei presentimenti che ti danno tanta pena....
— Perchè, interruppe mestamente la giovinetta, perchè vuoi tu preoccuparli di ciò che Dio solo potrebbe prevedere? Te ne prego Ermanno, abbandona sì tristi pensieri....