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massima indifferenza. — Laura orgogliosa per riflesso di tanta abilità applaudiva a tutte mani.

— Signore, disse madama Salviani ad Ermanno, la mia villa nella Brianza confina con quella di madama Ramati, e sarei felicissima se ella facendo una visita a queste signore vorrà ricordarsi che io soggiorno non molto lontano.

— A proposito mamma, sclamò Laura, se non era della signora ti dimenticavi d’invitare il nostro amico alla campagna, e volgendosi ad Ermanno aggiunse, fra quindici giorni, noi vi saremo con papà e ci fermeremo per tutto l’autunno; non credo necessario il dirle che speriamo vorrà onorarci di sua presenza per qualche giorno. — Lo diremo anche al signor Paolo.

Madama Ramati, rinnovò la preghiera, e dopo qualche minuto di saluti, Laura, sua madre ed Ermanno scendevano le scale.

Sarebbe certamente affare troppo lungo se si prendessero a narrare tutte le vicende di quella settimana passata da Ermanno a Milano in generale, ed in casa Ramati in particolare. Tutto quanto può concepirsi di riguardi e gentilezze fu messo in pratica dai coniugi Ramati in suo favore; madama specialmente spingeva le attenzioni fino all’incredibile; si opponeva vivamente ogni qualvolta Paolo cercava di trascinar via l’amico, e negli ultimi giorni della settimana Ermanno non abbandonò mai un istante quella casa, salvo che alla sera nell’ora in cui Paolo soleva ritirarsi.

Laura intanto in quel poco tempo aveva ripresa tutta la giovialità del suo carattere, era sempre allegra sempre festevole, e pareva che la felicità traspirasse da tutta la sua persona. — Se può farsi un carico ai genitori, si è quello di essersi troppo compiaciuti per l’ilarità ed il buon umore rinati improvvi-